Domenica mattina: "我相信人民币“

Questa mattina passo in banca a pagare l'affitto (vedi, di nuovo, la comodità dell'organizzazione pratica dei servizi in Cina), poi salto in un taxi e do l'indirizzo della chiesa.
Dopo due minuti, il taxista mi fa: "Ah, vai alla chiesa cattolica."
Strano - penso io - non sanno quasi mai che c'è una chiesa lì.
Invece lui, non solo lo sa ma aggiunge pure che ce n'è un'altra di chiesa, ad un altro incrocio. "Lì ci vanno più persone."
Gli spiego che, sì, è vero, ce n'è un'altra ma non è proprio la stessa cosa (è una chiesa protestante).
Lui rimane un pò perplesso dinanzi a queste due chiese che non sono proprio di due religioni diverse ma non sono neanche la stessa cosa e poi, per farla semplice, mi dice tout court: "Wo xiangxin renminbi" ("我相信人民币“). "Io credo nel renminbi" (la valuta cinese).
"Non credo nel Signore, credo che avere soldi sia quello che conta davvero."

Wow.

Non mi era mai successo di avere una dichiarazione così netta e diretta da un cinese. Soprattutto senza che fossi io a chiedergli nulla.

L'unico evento in qualche modo simile che ricordi risale a qualche mese fa, quando ero ad un pranzo di lavoro con un consulente internazionale.
Si parlava del confronto tra Cina e India e lui puntualizzava come, per certi versi, l'induismo sia uno degli ostacoli che rallentano lo sviluppo a tutto tondo dell'economia indiana. La mia assistente dell'epoca - che se n'era rimasta confucianamente zitta e passiva per tutto il pasto - si destò allora d'un tratto e, con un'espressione d'orgoglio che di rado le avevo visto agli occhi, si affrettò a rassicurare : "Lei non si deve preoccupare, noi qui in Cina non abbiamo nessuna religione!"
Sorriso stampato in volto e sguardo fiero.
L'atesimo addirittura come un nuovo incentivo per attrarre investimenti esteri!