Il sorriso del venerdi'

Shanghai -- Venerdi (non ho avuto tempo prima per scrivere) e' stata una di quelle giornate di spleen baudelairiano. Tornavo dal lavoro, fondamentalmente annoiata e in particolar modo riflettevo su tutta quella gente a cui sembra che tutto come easy, quelli a cui va sempre tutto bene, quelli per cui pare che, davvero, piova sempre sul bagnato. 
Di taxi non se ne trovavano, e allora ho preso ad incamminarmi per tutta una serie di back alleys. Quelle viuzze vecchie dov'e' di scena, 24 ore al giorno, lo spettacolo della vera vita cinese: famiglie che mangiano in strada, (d'estate anche che dormono in strada), bambini che fanno i compiti o giocano, uomini alle prese con partitoni di scacchi o carte, gente che si fa la doccia, piu' il solito mercanteggiare di ogni genere.

E mentre camminavo ho scorto, dall'altro lato della strada, un anziano che teneva per mano un bambino e portava sulle spalle una gerla di vimini, insolitamente intrecciato a forma di  clessidra.
La scena m'ha incuriosito e allora ho attraversato la strada, affiancandolo.
L'ho guardato con un'espressione amichevole e lui s'e'girato e, scorgendomi, m'ha fatto un sorriso come fosse un mio vecchio zio. Come ci conoscessimo da sempre.
(E, in quel preciso istante, la random music selection del mio lettore Mp3 ha fatto partire Viva la vida dei Coldplay.)

Quel sorriso ha illuminato e riscattato tutto l'umore della giornata.
Basta cosi' poco - ed e' cosi facile scordarsene - per ridare umanita' a tutto quello che di ordinario ci sta attorno quotidianamente. Che piova o meno sul bagnato.