Lezioni di cinese e romanticismo francese
Shanghai - Da un paio di settimane ho cominciato un nuovo corso di cinese, in aggiunta alle lezioni che faccio regolarmente con il mio insegnante.
Ieri, terzo appuntamento del nuovo corso, "studiamo" una storia, inventata dai tizi della scuola di lingua.
Se prima pensavo che la lezione di cui all'ultimo paragrafo di un mio post fosse quanto meno insolita, ora mi rendo conto piuttosto di come il contenuto di queste lezioni sia in una certa misura revealing circa la visione cinese del mondo.
La storia parla di un giudice che decide di esaudire un desiderio di tre carcerati. (Non chiedetemi perche', di nuovo, ci siano di mezzo la giustizia e i criminali. Immagino una pura coincidenza ma ormai non mi sbilancio piu' troppo.) E, cosi' facendo, riflette un po' gli stereotipi che i cinesi hanno su certe culture straniere (un po' come da noi le barzellette sul tedesco, il francese e l'americano).
Nella fattispecie, i tre prescelti sono un americano, un francese e un ebreo.
L'insegnante mi ha spiegato che, "a differenza dell'Occidente", in Cina non c'e' nessun preconcetto particolare nei confronti degli ebrei, "semplicemente li consideriamo molto intelligenti perche' fanno sempre soldi."
I francesi, invece, si sa, sono agli occhi dei cinesi l'emblema del romanticismo. In Cina, il romanticismo sta ai francesi come il calcio agli italiani (quando ci va bene, perche' ultimamente le associazioni che mi sono sentita fare dai cinesi sono decisamente meno lusinghiere - ma questo ad un altro post).
Il desiderio dell'americano, che - ci tengo a precisare perche' sottoscrivo in pieno - "parla molto forte", e' di poter fumare un sigaro.
Il francese, invece, "proprio perche' romantico", richieda la "compagnia" di una giovane donzella carina. Io e il mio compagno di classe - peraltro un britannico, quindi non precisamente il capofila del popolo piu' struggente al mondo - ci guardiamo perplessi: "Ma questo non vuol esattamente dire romanticismo!" L'insegnante non da peso alla nostra osservazione e ci fa continuare.
(L'ebreo, dal canto suo, chiede di poter usare un telefono per comunicare col resto del mondo.)
Arriviamo alla fine della storia: a tre anni di distanza, i nostri escono di galera.
L'americano, con il suo sigaro in bocca.
Il francese, a braccetto con una giovane donna. La quale tiene per mano una bimba, ne porta in braccio un'altra e .... e' incinta della terza!!! Beh, if this is what the Chinese mean by romanticism, per una volta sono contenta di concedere un primato ai cugini d'oltr'alpe!
(L'ebreo esce di scena regalando una BMW al giudice, per ringraziarlo della sua clemenza. Avendo potuto usare il telefono, infatti, e' riuscito a continuare a sviluppare il suo business, seppur a distanza.)
Ieri, terzo appuntamento del nuovo corso, "studiamo" una storia, inventata dai tizi della scuola di lingua.
Se prima pensavo che la lezione di cui all'ultimo paragrafo di un mio post fosse quanto meno insolita, ora mi rendo conto piuttosto di come il contenuto di queste lezioni sia in una certa misura revealing circa la visione cinese del mondo.
La storia parla di un giudice che decide di esaudire un desiderio di tre carcerati. (Non chiedetemi perche', di nuovo, ci siano di mezzo la giustizia e i criminali. Immagino una pura coincidenza ma ormai non mi sbilancio piu' troppo.) E, cosi' facendo, riflette un po' gli stereotipi che i cinesi hanno su certe culture straniere (un po' come da noi le barzellette sul tedesco, il francese e l'americano).
Nella fattispecie, i tre prescelti sono un americano, un francese e un ebreo.
L'insegnante mi ha spiegato che, "a differenza dell'Occidente", in Cina non c'e' nessun preconcetto particolare nei confronti degli ebrei, "semplicemente li consideriamo molto intelligenti perche' fanno sempre soldi."
I francesi, invece, si sa, sono agli occhi dei cinesi l'emblema del romanticismo. In Cina, il romanticismo sta ai francesi come il calcio agli italiani (quando ci va bene, perche' ultimamente le associazioni che mi sono sentita fare dai cinesi sono decisamente meno lusinghiere - ma questo ad un altro post).
Il desiderio dell'americano, che - ci tengo a precisare perche' sottoscrivo in pieno - "parla molto forte", e' di poter fumare un sigaro.
Il francese, invece, "proprio perche' romantico", richieda la "compagnia" di una giovane donzella carina. Io e il mio compagno di classe - peraltro un britannico, quindi non precisamente il capofila del popolo piu' struggente al mondo - ci guardiamo perplessi: "Ma questo non vuol esattamente dire romanticismo!" L'insegnante non da peso alla nostra osservazione e ci fa continuare.
(L'ebreo, dal canto suo, chiede di poter usare un telefono per comunicare col resto del mondo.)
Arriviamo alla fine della storia: a tre anni di distanza, i nostri escono di galera.
L'americano, con il suo sigaro in bocca.
Il francese, a braccetto con una giovane donna. La quale tiene per mano una bimba, ne porta in braccio un'altra e .... e' incinta della terza!!! Beh, if this is what the Chinese mean by romanticism, per una volta sono contenta di concedere un primato ai cugini d'oltr'alpe!
(L'ebreo esce di scena regalando una BMW al giudice, per ringraziarlo della sua clemenza. Avendo potuto usare il telefono, infatti, e' riuscito a continuare a sviluppare il suo business, seppur a distanza.)