I cinesi, il matrimonio (e l'amore?)

Shanghai - Ripensavo alla storia letta nel giornale (di cui nel mio post precedente) e mi sono tornati alla mente due episodi di "vita vera", qui a Shanghai:

Matrimonio in polvere
Qualche giorno fa, un amico mi ha raccontato che la sua ex coinquilina cinese aveva perso una sorella. La ragazza, di 25-30 anni, era morta nubile, e i genitori, non appena crematala, le hanno cercato un giovanotto, anch'esso morto celibe. Trovato il "fidanzato ex-post" e col beneplacito di entrambe le famiglie, e' stato celebrato il matrimonio tra i due cremati e ora le spoglie, in cenere, della ragazza riposano di fianco a quelle del marito postumo, a casa dei suoceri.
... passando dal matrimonio come job-hunt ad una delicatezza che ha una sua sofisticazione romantica.

Matchmaking in chiesa
Qualche domenica prima di Natale, nel 2009, durante la solita messa in inglese a cui vado la domenica, capitai seduta vicino ad una signora cinese. Lei l'inglese non lo parlava, ma non diedi poi troppo peso alla cosa (ogni tanto se ne vedono di cinesi pii che vengono ai riti in inglese, pur non capendo la lingua).
La domenica dopo, era S. Stefano, la incrocio di nuovo e allora vado a farle gli auguri, desiderosa di conoscere questa hard-core local che viene pure a messa. Lei ricambia contenta e si affretta a lasciarmi il suo numero di telefono. "Se hai bisogno di qualcosa" - puntualizza - "non esitare a chiamarmi." Che carina, penso, quand'ecco che aggiunge: "Sai, mio figlio e' del '77, non e' sposato e non ne vuole sapere di sposarsi una cinese."
Voila!

Dopo poco infatti scende il figliol prodigo, che era stato di sopra a cantare col coro (internazionale). La madre me lo presenta tutta excited, precisando che lui e' laureato in inglese, e il figlio le scondizola attorno, eseguendo ubbidientemente tutte le mosse che la madre-stratega escogitava man mano per lui.
Penso alla mia amica che, tra una risata e un avvertimento, m'aveva ammonito di fare attenzione, che "quelli se ne vengono in chiesa solo perche' e' un bacino di stranieri". Avevo subito scartato l'ipotesi come crudelmente cinica, ma i fatti a quel punto sembravano darle ragione.

La domenica successiva, mentre me ne torno in chiesa, (guardandomi attorno a 360 gradi,) ecco che a messa finita rispunta fuori la coppia, in azione. "Causalmente" si fanno trovare "di guardia" presso la porta della chiesa (io non potevo non uscire di li'). La madre che visibilmente spinge il figlio avanti, io che fingo di non vederli. Loro prendono la rincorsa e riescono a farsi trovare dal portone di uscita della chiesa prima di me.
A quel punto non posso piu' evitarli e allora, con una seconda pacca sulla schiena, la madre spinge il figlio a parlarmi. Mi chiedono il numero di telefono, "perche' la mamma vuole invitarti a cena da noi stasera." Rispondo che quella sera ero impegnata (chiaramente non era vero) e che li avrei chiamati io in seguito, non appena fossi libera (leggi: mai).
Risposta non valida.
Insistono piu' volte perche' lasci loro il mio numero o perlomeno gli dica quando si puo' riorganizzare la cena. Non sia mai che se ne tornino a casa a mani vuote!
A quel punto la cosa comincia a darmi veramente fastidio, gli rispondo secca e li lascio li' impalati.

La domenica successiva - quando ormai era quasi un'ansia andare a messa - casualmente ma provvidenzialmente incontro un amico in chiesa. La suocera-wanna-be - che fino ad allora m'aveva vista in compagnia di amiche, traendo chissa' quante e quali deduzioni - mi, anzi ci scorge assieme e a quel punto finge lei di non vedermi.
Offesa, indispettita, ha di sicuro perso la faccia per aver fallito nella sua missione di match-making.