Scheggia: Vecchio e nuovo
Shanghai - Oggi ero in taxi, uno di quelli scarcassati che ormai rappresentano piu' l'eccezione che la norma a Shanghai.
Il tassista, bello panzuto, era semi-sdraiato al volante e puzzava di quegli spiedini di carne speziata che vendono lungo i marciapedi.
La colonna sonora durante tutto il tragitto e' stata una canzone da discoteca, in inglese, che non andava oltre la ripetizione infinita di "when you don't give a damn / then you don't give a fOck" (dove chiaramente l'ultima O era una cortese sostituzione di un'altra vocale).
E pensavo a quanto fosse bizzarra quella situazione: lui che, madrelingua shanghainese, a stento mastichera' il cinese mandarino, e non avra' assolutamente idea del significato di quella canzone che pure tanto gli piace.
Il tassista, bello panzuto, era semi-sdraiato al volante e puzzava di quegli spiedini di carne speziata che vendono lungo i marciapedi.
La colonna sonora durante tutto il tragitto e' stata una canzone da discoteca, in inglese, che non andava oltre la ripetizione infinita di "when you don't give a damn / then you don't give a fOck" (dove chiaramente l'ultima O era una cortese sostituzione di un'altra vocale).
E pensavo a quanto fosse bizzarra quella situazione: lui che, madrelingua shanghainese, a stento mastichera' il cinese mandarino, e non avra' assolutamente idea del significato di quella canzone che pure tanto gli piace.