Polemica, cinica, old-fashioned? Ovvero: "Welcome to the jungle"
Shanghai -- Forse sono io ad essere troppo intransigente o rigida. Troppo allergica ai compromessi e attaccata alle mie "questioni di principio".
Di recente ho avuto nuovamente a che fare con la stampa (italiana) e nuovamente l'esperienza mi ha lasciato in bocca molta amarezza. Per farla breve, il refrain e' ormai lo stesso: mi contattano per un'intervista, io do la mia solita entusiastica disponibilita', ci sentiamo piu' volte nell'arco di poco tempo. Passano i mesi e alla vigilia della presunta uscita del pezzo, io - che siedo "solo" a qualche migliaia di km di distanza dall'ufficio stampa - chiedo conferma sulla pubblicazione del pezzo e sulla sua data, e nessuna risposta. Richiedo e non ri-ricevo nessuna risposta.
Intanto il pezzo esce, io l'ho perso e non mi arriva neppure una copia online.
Ok, dovrei anche solo essere felice di essere stata intervistata - direbbe qualcuno.
Ok, sono la solita ingenua e idealista che continua a pensare al giornalismo a' la Terzani.
Ok, magari anche ai tempi di Terzani il giornalismo soffriva di questi mali.
Pero', per quanto possa essere lusingata per l'opportunita' di venire intervistata, non posso non tornare a pensare: che giungla (e' diventato) il giornalismo.
Certo, non intendo generalizzare. Non vale per tutti i giornalisti o pseudo tali out there, vero e' che e' ormai l'ennesima volta in cui un qualche giornalista mi sta addosso finche' "gli servo" e poi mi ignora completamente, nel senso letterale del termine, senza scrupolo alcuno. (Per lo meno fino alla prossima occasione di "collaborazione" - direbbe il cinico.)
Non sono neanche tanto arrabbiata quanto amareggiata e delusa - il che e' peggio.
Che triste. Una professione, che trovo altrimenti the most fascinating e cosi' nobile, abbassatasi a comportamenti del genere. Che senso ha stare a scrivere pezzi su quello che non va, fare storie su cosa va cambiato? E l'ABC del rispetto umano intanto dov'e' andato perso? Non sono i grandi sistemi qui che vanno cambiati, ma i piccoli passi del comportamento d'ogni giorno. E' da li' che partono i veri grandi cambiamenti.
Siccome nulla accade per caso, proprio oggi mi e' passata sotto il naso questa frase:
"La sociedad cada vez más globalizada
nos hace más cercanos, pero no más hermanos"Di recente ho avuto nuovamente a che fare con la stampa (italiana) e nuovamente l'esperienza mi ha lasciato in bocca molta amarezza. Per farla breve, il refrain e' ormai lo stesso: mi contattano per un'intervista, io do la mia solita entusiastica disponibilita', ci sentiamo piu' volte nell'arco di poco tempo. Passano i mesi e alla vigilia della presunta uscita del pezzo, io - che siedo "solo" a qualche migliaia di km di distanza dall'ufficio stampa - chiedo conferma sulla pubblicazione del pezzo e sulla sua data, e nessuna risposta. Richiedo e non ri-ricevo nessuna risposta.
Intanto il pezzo esce, io l'ho perso e non mi arriva neppure una copia online.
Ok, dovrei anche solo essere felice di essere stata intervistata - direbbe qualcuno.
Ok, sono la solita ingenua e idealista che continua a pensare al giornalismo a' la Terzani.
Ok, magari anche ai tempi di Terzani il giornalismo soffriva di questi mali.
Pero', per quanto possa essere lusingata per l'opportunita' di venire intervistata, non posso non tornare a pensare: che giungla (e' diventato) il giornalismo.
Certo, non intendo generalizzare. Non vale per tutti i giornalisti o pseudo tali out there, vero e' che e' ormai l'ennesima volta in cui un qualche giornalista mi sta addosso finche' "gli servo" e poi mi ignora completamente, nel senso letterale del termine, senza scrupolo alcuno. (Per lo meno fino alla prossima occasione di "collaborazione" - direbbe il cinico.)
Non sono neanche tanto arrabbiata quanto amareggiata e delusa - il che e' peggio.
Che triste. Una professione, che trovo altrimenti the most fascinating e cosi' nobile, abbassatasi a comportamenti del genere. Che senso ha stare a scrivere pezzi su quello che non va, fare storie su cosa va cambiato? E l'ABC del rispetto umano intanto dov'e' andato perso? Non sono i grandi sistemi qui che vanno cambiati, ma i piccoli passi del comportamento d'ogni giorno. E' da li' che partono i veri grandi cambiamenti.
Siccome nulla accade per caso, proprio oggi mi e' passata sotto il naso questa frase:
"La sociedad cada vez más globalizada
[La societa', sempre piu' globalizzata, ci rende piu' vicini ma non piu' fratelli]
Gia'
:-(