Non capisco

© Silvia Sartori. Padova, Dicembre 2011.
Shanghai -- Andando in metrò questo mattina, ho incontrato un amico siciliano. Buffo, siamo vicini di casa ma non è mai successo che ci incontrassimo on the way to work. Oggi, però, eravamo entrambi in ritardo: per la pioggia, e per i primi aggiornamenti post-elettorali. Io avevo sentito al TG cinese della perdita del PD, lui mi aggiornava sulla scalata del M5S. Così abbiamo passato il breve tragitto in metro a discutere su quanto si sapeva alle 9 di questa mattina, pigiati tra le solite decine di cinesi - che chissà se e quando mai avranno il "lusso" di poter dibattere dell'esito di un'elezione.

Appena arrivata in ufficio, sono andata ai siti della stampa italiana. 
E lì è esploso lo shock. 
Capisco - e condivido - la delusione, la disillusione e la rassegnazione nei confronti del sistema politico italiano recente.
Capisco l'impopolarità delle misure del governo tecnico.
Posso anche arrivare a capire il fascino che può esercitare un comico-riciclatosi-politico che schiamazza proclami anti-sistemici.
MA UN BERLUSCONI AL 29%?

Allora, cari connazionali - anzi, per primi, cari corregionali, visto che il Veneto si è confermata Regione PdL:
E' vero: noi non ci siamo mai gran chè capiti, e siamo sempre stati su una lunghezza d'onda diversa, una delle ragioni per cui io ora mi trovo all'estero anzichè in Italia. 
Però questa volta ho bisogno di voi. 
Ho bisogno che mi spieghiate da dove sbuca questo 29%.

Prima di iniziare, però, per favore:
1. Non ricominciate col giochetto del "non sono stato io": sono dieci anni che mi sento dire "io non ho votato B" mentre lui continua a venire rieletto. 
2. Non riprovate a dare la "colpa di massa" al vecchietto o alla casalinga di turno che passerebbero le loro giornate a friggersi il cervello davanti alla TV, bevendosi tutto quello che viene propinato loro senza capacità critica o istruzione: il Veneto, la Lombardia, e il resto d'Italia sono fatti di centinaia di migliaia di persone istruite, con una certa professione, e con tutti gli strumenti per poter prendere una scelta informata e ponderata. E voi questo lo sapete meglio di me.
3. Non rifilatemi la solita scusa 'nordista' che: "è stato il Sud". Again, per quanto con percentuali minori rispetto alla tornata precedente, Veneto e Lombardia rimangono roccaforti dell'innominabile. E, almeno che io non mi sia persa qualcosa di importante in questi miei anni d'assenza, Veneto e Lombardia si trovano tuttora nel Nord dell'Italia.

Fatemi anche precisare che, da cittadina italiana residente all'estero, ho votato anch'io, benchè anche per me sia stato difficile, molto difficile, decidere per chi. Per un momento - e per la prima volta in vita mia - avevo anche pensato di non votare, demotivata e uninspired dal menù che ho trovato sulla mia scheda elettorale di 4 liste. Alla fine ha però prevalso un senso di responsabilità e ho votato, non tanto in sostegno ad un candidato o partito specifico ma nell'augurio che un determinato candidato non ritornasse sul palco. 

Ciò detto, torniamo a noi: B al 29%.

Capisco lo sfinimento nei confronti della solita troupe di politicanti che avevate davanti. Capisco la tutt'altro che carismatica "strategia da passista del ciclismo" di Bersani (come l'ha definita Bardazzi su La Stampa). Capisco il rintronamento da campagna elettorale che può, paradossalmente, comportare una certa mancanza di lucidità: certe cose si vedono e capiscono meglio a distanza - altra ragione, forse, per cui B ha perso in maniera secca nelle circoscrizioni estere. Posso capire una certa difficolta’ dell’imprenditoria ad identificarsi nei candidati presenti. Capisco tante di queste cose. Ricordo anche che gli italiani non brillano propriamente per memoria storica: ma è così corta da non arrivare neanche all'autunno 2011?

O forse è perchè, masochisticamente imperterrita, non ha mai smesso di imperare quella traslitterazione politica del "catenaccio", tipico del calcio all'italiana, per cui si gioca in difesa finchè si può e solo quando si è con l'acqua alla gola, allora ci si ridesta? Questa volta però mi sembra che vi siate fatti auto-gol: non era già abbastanza chiaro, a Novembre 2011, che ai supplementari la palla non era in rete e che la partita era ormai persa, e proprio grazie a lui? Altrimenti, da dove sarebbe venuto fuori il bisogno delle misure, tanto impopolari quanto necessarie, prese da Monti?
Mi state dicendo che c'è bisogno che l'Italia sbatta la testa ancora piu’ forte contro il muro per capire e cambiare rotta? Beh, non sarebbe molto lusinghiero nei vostri confronti allora.

E' un messaggio, anche poco velato, per invitare gli italiani che sono all'estero a rimanerci? E, per quelli che ancora non sono partiti, ad andarci?

O forse avevate nostalgia di quel ruolo di "circo internazionale" di cui l'Italia si era auto-investita, dando prova di grandi performance e piroette, in epoche di B? Se era questo che vi mancava, non preoccupatevi: abbiamo già recuperato. Magari voi che state in Italia non ve ne rendete conto ma vi posso confermare che, ancora una volta, abbiamo saputo dar prova di essere in grado di diventare un entertaining piece of amusement per il resto del mondo in pochissimo tempo. Ma c'è poco da scherzare, perchè questa volta, più che l'aspetto circense, a prevalere tra gli osservatori stranieri è una forte preoccupazione e un serio disagio. E ve ne accorgerete presto anche voi. 

O forse, molto più candidamente e meno maliziosamente, il vostro era solo un tentativo in buona fede di ridare fiducia, o un bisogno di una sana illusione per ritornare a credere, a promesse tanto altisonanti quanto irrealistiche?

Davvero, e non lo dico con fare polemico, non capisco.

Senza girarci troppo attorno, però, temo che la verità sia un'altra, e vorrei tanto potermi sbagliare. Tout simplement, B ha riscosso i successi che ha riscosso perchè in lui continuano a riconoscersi, e a lui si rifanno, tanti italiani comuni: "B il furbo che la fa franca con la giustizia", B e i suoi tramaci, B e le sue donnine, B e il calcio, B-mani-in-pasta-ovunque. A dispetto di tanto, ipocrita, moralismo di facciata, per molti, per troppi, lui continua a rappresentare un eroe, un mito. Uno "che ce l'ha fatta". 

Sarò ingenua io ma l’interrogativo ultimo, per me, rimane sempre e ancora uno: come si faccia, su un piano etico e morale, a non vergognarsi a consegnare ad un figuro così il diritto, il potere, il mandato e quello che dovrebbe essere l'onore di rappresentare un elettore. Perchè questo è ciò che, in primis, le elezioni democratiche significano. Che ne è della dignità personale?

Poche ore dopo il mio arrivo in ufficio, una collega tedesca è venuta a chiedermi come sia possibile che B sia tornato. "Ma come fanno le donne italiane a votarlo?", ha aggiunto allibita. Poco più tardi, è stata la volta di una collega spagnola. 
"E' la stessa cosa che mi sto chiedendo anch'io", ho ribatutto ad entrambe.

Lascio a voi rispondere a quelle domande.

Per me, da italiana, questa è una giornata di compianto misto a vergogna.
E di incomprensione.