Non capisco
© Silvia Sartori. Padova, Dicembre 2011. |
Appena arrivata in ufficio,
sono andata ai siti della stampa italiana.
E lì è esploso lo
shock.
Capisco - e condivido - la
delusione, la disillusione e la rassegnazione nei confronti del sistema
politico italiano recente.
Capisco l'impopolarità
delle misure del governo tecnico.
Posso anche arrivare a
capire il fascino che può esercitare un comico-riciclatosi-politico che
schiamazza proclami anti-sistemici.
MA UN BERLUSCONI AL 29%?
Allora, cari connazionali -
anzi, per primi, cari corregionali,
visto che il Veneto si è confermata Regione PdL:
E' vero: noi non ci siamo
mai gran chè capiti, e siamo sempre stati su una lunghezza d'onda diversa, una
delle ragioni per cui io ora mi trovo all'estero anzichè in Italia.
Però questa volta ho
bisogno di voi.
Ho bisogno che mi
spieghiate da dove sbuca questo 29%.
Prima di iniziare, però,
per favore:
1. Non ricominciate col giochetto del "non sono stato
io": sono dieci anni che mi sento dire "io non ho votato B"
mentre lui continua a venire rieletto.
2. Non riprovate a dare la
"colpa di massa" al
vecchietto o alla casalinga di turno che passerebbero le loro giornate a
friggersi il cervello davanti alla TV, bevendosi tutto quello che viene
propinato loro senza capacità critica o istruzione: il Veneto, la Lombardia, e
il resto d'Italia sono fatti di centinaia di migliaia di persone istruite, con
una certa professione, e con tutti gli strumenti per poter prendere una scelta
informata e ponderata. E voi questo lo sapete meglio di me.
3. Non rifilatemi la solita
scusa 'nordista' che: "è stato il
Sud". Again, per
quanto con percentuali minori rispetto alla tornata precedente, Veneto e
Lombardia rimangono roccaforti dell'innominabile. E, almeno che io non mi sia
persa qualcosa di importante in questi miei anni d'assenza, Veneto e Lombardia
si trovano tuttora nel Nord dell'Italia.
Fatemi anche precisare che,
da cittadina italiana residente all'estero, ho votato anch'io, benchè anche per me sia stato difficile, molto
difficile, decidere per chi. Per un momento - e per la prima volta in vita mia
- avevo anche pensato di non votare, demotivata e uninspired dal menù che ho
trovato sulla mia scheda elettorale di 4 liste. Alla fine ha però prevalso un
senso di responsabilità e ho votato, non tanto in sostegno ad un candidato o
partito specifico ma nell'augurio che un determinato candidato non ritornasse sul palco.
Ciò detto, torniamo a noi:
B al 29%.
Capisco
lo sfinimento
nei confronti della solita troupe di politicanti che avevate
davanti. Capisco la tutt'altro che carismatica "strategia
da passista del ciclismo" di Bersani (come l'ha definita Bardazzi su La
Stampa). Capisco il rintronamento da campagna elettorale che può,
paradossalmente, comportare una certa mancanza di lucidità: certe cose si vedono e capiscono meglio a
distanza - altra ragione, forse, per cui B ha perso in maniera secca nelle circoscrizioni estere. Posso
capire una certa difficolta’ dell’imprenditoria ad identificarsi nei candidati presenti. Capisco tante di queste cose. Ricordo anche che gli italiani non
brillano propriamente per memoria
storica: ma è così corta da non arrivare neanche all'autunno 2011?
O forse è perchè,
masochisticamente imperterrita, non ha mai smesso di imperare quella traslitterazione politica del
"catenaccio", tipico del calcio all'italiana, per cui si gioca in
difesa finchè si può e solo quando si è con l'acqua alla gola, allora ci si
ridesta? Questa volta però mi sembra che vi siate fatti auto-gol: non era già
abbastanza chiaro, a Novembre 2011, che ai supplementari la palla non era in
rete e che la partita era ormai persa, e proprio grazie a lui? Altrimenti, da
dove sarebbe venuto fuori il bisogno delle misure, tanto impopolari quanto
necessarie, prese da Monti?
Mi state dicendo che c'è
bisogno che l'Italia sbatta la testa ancora piu’ forte contro il muro per
capire e cambiare rotta? Beh, non sarebbe molto lusinghiero nei vostri
confronti allora.
E' un messaggio, anche poco
velato, per invitare gli italiani che
sono all'estero a rimanerci? E, per quelli che ancora non sono partiti, ad
andarci?
O forse avevate nostalgia
di quel ruolo di "circo
internazionale" di cui l'Italia si era auto-investita, dando prova di
grandi performance e piroette, in epoche di B? Se era questo che vi mancava,
non preoccupatevi: abbiamo già recuperato. Magari voi che state in Italia non
ve ne rendete conto ma vi posso confermare che, ancora una volta, abbiamo
saputo dar prova di essere in grado di diventare un entertaining piece of amusement per il resto del mondo in pochissimo
tempo. Ma c'è poco da scherzare, perchè questa volta, più che l'aspetto
circense, a prevalere tra gli osservatori stranieri è una forte preoccupazione
e un serio disagio. E ve ne accorgerete presto anche voi.
O forse, molto più
candidamente e meno maliziosamente, il vostro era solo un tentativo in buona
fede di ridare fiducia, o un bisogno di
una sana illusione per ritornare a credere, a promesse tanto altisonanti
quanto irrealistiche?
Davvero, e non lo dico con
fare polemico, non capisco.
Senza girarci troppo
attorno, però, temo che la verità sia un'altra, e vorrei tanto potermi
sbagliare. Tout simplement,
B ha riscosso i successi che ha riscosso perchè in lui continuano a
riconoscersi, e a lui si rifanno, tanti italiani comuni: "B il furbo che
la fa franca con la giustizia", B e i suoi tramaci, B e le sue donnine, B
e il calcio, B-mani-in-pasta-ovunque. A dispetto di tanto, ipocrita, moralismo
di facciata, per molti, per troppi, lui continua a rappresentare
un eroe, un mito. Uno "che ce l'ha fatta".
Sarò ingenua io ma l’interrogativo
ultimo, per me, rimane sempre e ancora uno: come si faccia, su un piano etico e
morale, a non vergognarsi a consegnare ad un figuro così il diritto, il potere,
il mandato e quello che dovrebbe essere l'onore di rappresentare un elettore.
Perchè questo è ciò che, in
primis, le elezioni democratiche significano. Che ne è della dignità personale?
Poche ore dopo il mio
arrivo in ufficio, una collega tedesca è venuta a chiedermi come sia possibile
che B sia tornato. "Ma come fanno le donne italiane a votarlo?", ha
aggiunto allibita. Poco più tardi, è stata la volta di una collega
spagnola.
"E' la stessa cosa che
mi sto chiedendo anch'io", ho ribatutto ad entrambe.
Lascio a voi rispondere a
quelle domande.
Per me, da italiana, questa è una giornata di compianto misto a
vergogna.
E di incomprensione.