Foto del giorno

© Silvia Sartori. Shanghai, Novembre 2012. 


Shanghai -- Era domenica pomeriggio, non s’erano ancora fatte le quattro, e stavo camminando nel pieno della Concessione francese, la zona chic—retro di Shanghai.
Da ore, dal cielo grigio e pesante, insisteva a grondare una pioggia battente.
Ferma ad un semaforo rosso, noto d’un tratto un uomo disteso a terra, a novanta gradi rispetto a me.
Mi avvicino pensando fosse ferito (caduto in bici?) e nessuno si fosse prestato a soccorrerlo (data la consueta “intraprendenza cinese” in questi casi, in cui nugoli di individui si fanno immediatamente attorno al malcapitato di turno ma pochi, if anyone, osano prendere una qualche iniziativa).
Invece lui se ne sta disteso a terra su un lato, sereno e pacifico. Non sembra ferito. Tira fuori una sigaretta. Prova ad accenderla ma quella non s’accende, per il bagnato. Si avvicinano per aiutarlo. Lui ignora, rifiuta. Sta bene cosi, tira fuori un’altra sigaretta. Questa si accende. Intanto, un passante si avvicina per provare a fare qualcosa ma ben presto rimane bloccato, in preda a stupore e perplessita’. Si arrende allora semplicemente a ripararlo dalla pioggia, col suo ombrello.  
Ben presto si crea un piccolo ingorgo di traffico attorno all’uomo che rimane a terra nel mezzo d’un incrocio, disteso beatamente a fumare sotto la pioggia.
Dopo poco, arrivano due poliziotti. Uno giovane e uno vecchio. Il piu’ giovane si avvicina al personaggio che sembra appena uscito da un quadro di Magritte. Gli parla, prova ad alzarlo. Quello resiste. Le maniere del poliziotto si fanno meno delicate, e il poveraccio a terra mi pare venga trattato alla stregua di un pezzente o di un criminale, ‘semplicemente’ perche’ ubriaco (o, chissa’, forse con problemi mentali? Quello dell’assistenza ai malati mentali e’ uno dei capitoli in cui la Cina riconosce di dover fare ancora molti passi in avanti).
Dopo un po’ – qui il segno del vero potere – il poliziotto piu’ anziano scende dall’auto e si avvicina. Lui fa e dice poco ma proprio per quel poco che fa e dice incute sufficiente timore. Il nostro viene trascinato al di la’ del marciapede, a (ri)sedersi all’angolo di un convenience store. La’ dove giacciono i resti di una vuota bottigilia e di qualche avanzo di cibo.

Come sia andata poi a finire non lo so, perche’ dopo un po’ me ne sono andata io, quando gli sguardi -- curiosi e un po’ sospettosi – hanno cominciato allora a posarsi su di me, unica straniera sulla scena, con l’”aggravante” di una macchinetta fotografica in mano.

Certo che quest’anno se ne vedono di cose strane in questo Paese. I mean, ben piu’ del solito, e di una stranezza diversa dalle solite…