Tra i musulmani di Cina mentre Osama muore
© Silvia Sartori. Xi'an, Maggio 2011
Shanghai -- Questa mattina sono rientrata nel 'mondo globalizzato' dopo 3 giorni senza tv, niente internet e nessun giornale straniero (come mi piaceva quel feeling!). In Cina si festeggiava il lungo weekend per la festa dei lavoratori del Primo Maggio e io me ne sono andata a vedere Xi'an, l'antica capitale dell'Impero cinese che, tra le altre cose, e' home to una grande comunita' di cinesi musulmani, gli huizu (回族).
Arrivata in ufficio, finito di controllare la posta, ho fatto una veloce rassegna stampa. Osama Bin Laden è morto! Ucciso dagli americani!
Ho pensato subito a come ieri, mentre un'America euforica senza troppo ritegno si apprestava a festeggiarne la (tanto attesa) morte, io stessi proprio perlustrando in lungo e in largo il distretto musulmano di Xi'an. Sbirciando dentro e fuori moschee in stile misto cinese e arabeggiante. Tra deliziosi (e deliziose) musulmani (e musulmane) dagli occhi a mandorla. Intrufolandomi in viuzze che somigliavano piu' ad un ipotetico quartiere di Kabul che ad una tipica retrovia cinese. Fermandomi a mangiare snack piu' simili alla cucina della mamma che a quello che servono ai ristoranti cinesi.
Io che di musulmani continuo a vedere e conoscere finora praticamente solo quelli del suolo cinese (in Xinjiang e Qinghai prima, a Xi'an piu' di recente).
Non c'era nulla di anomalo nell'aria. Certamente nulla di sospetto. Anzi, nei negozi di souvenir di cattivo gusto, si vedeva anche qualche mazzo di carte con le facce di Saddam e di Osama.
Chissà che aria tira lì oggi.
Ma non sarebbe stata una vera prova di forza, democratica e civile, catturarlo e processarlo?