Di bresaola e matrimoni bengalesi

Dubai - Malgrado la frequenza con cui viaggio, mi capita rarissimamente di incontrare in volo qualcuno con cui scambiare due chiacchiere che non siano le solite frasi di circostanza.
Ora, di ritorno dall'Italia, e' successo uno di quei pochi casi che fanno eccezione.

Tutto e' cominciato dall'antipasto di bresaola che hanno servito in aereo. Mi era gia' parso strano che una compagnia araba - stavo volando con Emirates - offrisse della 'carne non altrimenti specificata' sul menu di volo.
E di fatti, quando io ormai ero al dolce, il mio vicino si gira verso di me, mi chiede se sono italiana e, al si', mi domanda in italiano di che cosa si tratti. Probabilmente pensava fosse una sorta di dessert, perche' intanto aveva spazzolato via tutto il resto.
Quando io gli spiego che cosa sia la bresaola, lui, musulmano, la accantona.

E cosi cominciamo a chiacchierare.
Ventitreenne, originario del Bangladesh, da oltre 2 anni vive in Italia dove si erano trasferiti, prima di lui, un fratello e una sorella. D'estate lavora in un ristorante a Jesolo, in inverno fa la stagione in un albergo di Venezia. Parla italiano molto bene ma dice che dopo le prossime due stagioni probabilmente si spostera' in Belgio. Parliamo della crisi in Italia e lui aggiunge a piu' riprese che i 'i padroni in Italia sono furbi'. Gia', ha trovato la tizia giusta con cui parlarne...
Questa e' la prima volta in due anni che torna a casa. Il piu' giovane il 5 fratelli (di cui il piu' vecchio di 50 anni, perche' la madre era rimasta vedova e si e' poi risposata) e 3 sorelle, sta rientrando ora per due mesi per il matrimonio del fratello e del cugino.
E qui scatta la cosa eccezionale: gli chiedo quando si sposino e mi risponde che non lo sa. Anzi, che non lo si sa, perche' ... ne' il fratello ne' il cugino, ad oggi, hanno una fidanzata!!! E una delle ragioni per cui se ne sta volando a Dhaka e' proprio quella di unirsi alla famiglia nel cercare loro una sposa! "Si, dovro' prendere il motorino e andare in giro per la citta'" mi racconta, tra l'ilare e lo scocciato. Un 'dovere' dell'intera famiglia che si mobilita, ognuno come puo', per cercare moglie ai figli che ormai sono in eta' da matrimonio (il fratello ha 31 anni, il cugino 28).
Non sa quando si sposeranno ma sa che lo faranno entro i due mesi, perche' poi rientrano (a quel punto maritati) in Europa.
"Sposarsi costa molto", mi spiega. Dopo un paio di anni di lavoro in Italia il fratello e' riuscito a risparmiare quanto basta per potersi sposare.
Ora gli serve 'solo' la moglie.

Mi esalta sempre tantissimo constatare in prima persona come, al giorno d'oggi, in un mondo altrimenti cosi appiattitito e omogeneizzato sul piano culturale, sopravvivano ancora usi e costumi cosi diametralmente different e insoliti!
Certo, potremmo iniziare una disquisizione potenzialmente inifinita sulla valenza di un matrimonio concepito in un modo cosi diverso e su tutto quanto ci sta dietro, arrivando inevitabilmente a parare su questioni di diritti dell'uomo. Ma non era questo l'intento di questo post.

Buona fortuna, dunque, mio simpatico sconosciuto!