Tanto, inutile, China bashing


Leggendo i reportage dei giornalisti stranieri a Pechino delle ultime settimane, è tutta una constatazione su quanto pessima sia la qualità dell'aria, quanto smog vi sia nell'aria al punto da rischiare di oscurare le riprese televisive durante le gare, quanto difficile (se non impossibile) sarà per le rispettive autorità cinesi riuscire ad arrivare alle scadenze prefissate garantendo quei tassi di qualità ambientale promessi illo tempore, ecc. ecc.
Constatazioni, queste, che sembrano anche venate di un sottile piacere nell'appurare l'esistenza di una qualche falla nell'ingranaggio altrimenti perfetto della macchina olimpica cinese. Dopo tutto, la comunità internazionale è consapevole che, quelle di agosto, saranno probabilmente tra le cerimonie più spettacolari e tecnicamente impeccabili che la storia delle Olimpiadi ricordi. Non voglio affermare che questa consapevolezza, consolidata già da tempo, susciti una malcelata invidia, ma voglio piuttosto soffermarmi su quanto ridicolo e controproducente sia questo approccio al fenomeno.

E, in questo, mi collego a quel dibattito che si era d'un tratto riaperto a fine 2007: è giusto che le Olimpiadi si tengano in un Paese con un record così basso di rispetto dei diritti umani? Per settimane voci d'ogni natura hanno alimentato e infiammato questa discussione, quasi che, a 8 mesi dall'inizio dell'evento, qualcuno avesse messo concretamente sul tavolo l'eventualità di trasferire i Giochi altrove.

Trovo che tutte queste valutazioni siano inutili, indice di pessima conoscenza della realtà e, nel migliore dei casi, ingenue.
Soprattutto, mi chiedevo e mi chiedo: ci si è accorti nel 2007 che la Cina avrebbe ospitato le Olimpiadi l'anno successivo? e, ora, ci siamo accorti adesso che l'inquinamento in Cina non è certo irrisorio e non rappresenta certo una circostanza ottimale per lo svolgimento delle gare? le schiere di scienzati e professori di tutto il mondo che ora prospettano scenari più e meno catastrofici sull'impatto del contesto ambientale sulle gare, non avevano fatto le loro valutazioni già anni or sono? o semplicemente ci si è voluti affidare alle "buone promesse" cinesi di mettere tutto miracolosamente a posto così, tutto d'un tratto?

Il colmo del ridicolo è stato raggiunto ieri da un'autorevole testata anglosassone che, alla lista ormai trita e ritrita di "pecche ambientali" pechinesi alla viglia dei giochi, aggiunge anche il problema jet lag (fuso orario)! Come se nessun altro evento mondiale debba farne i conti e fosse invece un'esclusiva delle Olimpiadi cinesi e quasi che, ancora una volta e anche di questo, fosse colpa della Cina!

Ora, ribadisco, non voglio negare l'esistenza e l'entità di tali problemi - anche perchè li ho vissuti sulla mia pelle in Cina per circa 3 anni!
Ritengo semplicemente che questo non sia il modo per affrontare in maniera serena e costruttiva il famoso dialogo col Dragone che suscita tanta paura.

Non ricordo che alla vigilia dei Giochi di Sidney o Atene (questi ultimi, poi, non sono certamente eccelsi per l'efficienza e la tempestività dei preparativi...) ci siano stati tanti dibatti sulla scia del: Sono pronti per le Olimpiadi? E' il contesto ideale per gareggiare (pensiamo solo alle temperature estive greche!)?

Quindi, se davvero vi è la tanto sbandierata (a parole) buona intenzione di dialogare senza pregiudizi e senza mezze, cattive, intenzioni con la Cina, se davvero si vuole aiutare l'Occidente a capirla meglio, bisognerebbe forse concentrarsi meno sul metterne in luce solo le carenze e gli ostacoli di percorso e dimostrare invece di saper porre ogni elemento nella sua corretta prospettiva (non dimentichiamo che, dopo tutto, la Cina rimane tuttora un Paese in via di Sviluppo! ).
Anche perchè, altrimenti, non è da sorprendersi che i cinesi reagiscano a questi nostri attacchi sostenendo che siamo semplicemente spaventati e invidiosi della rinascita del Dragone e non collaboriamo ad una sua crescita sostenibile.

In ultima, aggiungo: se già adesso contiamo un tale ammasso di critiche e attacchi contro la Cina, che ne sarà nel momento in cui gli atleti cinesi cominceranno a vincere una medaglia dopo l'altra?!
Mi piacerebbe sperare che nel frattempo si riesca a recuperare un pochino di equilibrio di prospettiva...